martedì 6 dicembre 2011

voglio diventare una scrittrice!


Questo post ce l’ho in mente già da un po’, ma, come spesso mi capita di fare con le cose importanti della mia vita, tendo a rimandarlo, cercando anche scuse abbastanza attendibili per giustificare il mio temporeggiare. No, non è il meme dei difetti, e non giratemelo per cortesia, ne ho troppi e non voglio annoiare me stessa con la loro elencazione, prima ancora di voi….
Oggi vi voglio parlare di altromondoeditore, una realtà editoriale che si muove tra mercato reale e piattaforma virtuale per cercare di ottimizzare le risorse di entrambi i canali di vendita e di comunicazione, con l’obiettivo di lavorare e di fare lavorare anche i giovani scrittori che, diciamocelo pure, non sempre trovano interlocutori pronti ad ascoltarli, indipendentemente dalla validità dei propri manoscritti.
Del resto, se il popolo italiano non è famoso per il suo legame viscerale con la lettura (ma non ne sono affatto sicura….) è anche vero che siamo un popolo di scrittori, o presunti tali, uniti dal comune sogno di sbattere in faccia al mondo il timido manoscritto (e va beh, oramai è tutto digitale ma concedetemi qualche remora romantica…) che teniamo nel cassetto (spesso cassetto dei sogni e basta, affinchè sia difeso almeno dalla polvere delle illusioni).
Scrivere, è per me, un vizio incontrollabile, e dopo avere iniziato mille progetti senza mai portarli a termine, mi sono imposta di iniziare e terminare un romanzo, e l'ho fatto. L’ho scritto come sono capace, di getto, senza rivangare tra le pagine alla ricerca della perfezione lessicale ma inseguendo l’ombra delle emozioni, delle impressioni, lasciandomi coinvolgere dalle parole e turbare dalle storie, commuovendomi nel tentativo di commuovere, stupendomi di me stessa nel tentativo di stupire, restando incollata alla tastiera per interi week and, notte e giorni, per continuare a scrivere, travolta dalle vicende che avrei dovuto controllare e che invece mi ipnotizzavano, costringendomi, semplicemente, a proseguire per poter finalmente dire: è finito.
Non che sia stato sempre tutto facile, c’erano anche i giorni che guardavo la tastiera con una languida insoddisfazione e cercavo nuovi percorsi che stentavano a farsi intuire, e c’era il rito del conteggio…. Mi è capitato di parlare con altri aspiranti scrittori e ho potuto apprendere come questo “rito del conteggio” sia cosa comune a molti. Insomma, quanto deve essere lungo un manoscritto per iniziare ad essere considerato tale? E a quanto corrisponde una pagina di word? All’incirca ad una pagina e mezza di un libro stampato, certo il rito è più complesso di una semplice sommaria moltiplicazione, prevede l’elaborazione di tabelle excel con conteggi di vari testi, numero dei caratteri per ogni riga moltiplicati per il numero di righe di ogni pagina, e poi il confronto con il progredire del lavoro…. Neanche scrittori, e già frustrati…
Comunque, terminato il mio bravo romanzo, iniziava la fase più complessa: proporlo alle case editrici per la valutazione e la pubblicazione. Da brava internauta quale mi pregio di essere, partendo anche dal presupposto che difficilmente le grandi case editrici (quelle che non hanno l’email ma l’indirizzo postale e vogliono i manoscritti cartacei) avrebbero fatto la coda per annoverarmi tra i propri autori ho semplicemente cercato in rete un elenco di editori che accettassero l’invio elettronico dei testi e ho spedito a ripetizione.
Senza preoccuparmi poi tanto, per esempio, che avevo appena installato il mio word 2007 e che è illeggibile per tutti quelli che ancora non avevano fatto l’upgrade, praticamente il 90% degli indirizzi a cui ho spedito….
Poi l’attesa. O meglio, la partenza per le vacanze. Era agosto, quando ho spedito, e le uniche risposte che ho ricevuto prima di andare in vacanza sono state le risposte automatiche della posta elettronica che mi informavano che la mia mail sarebbe stata letta a settembre.
E poi, timidamente, le prime risposte. Una casa editrice mi faceva sapere che aveva la lista piena fino al 2009 e che per tanto non prendevano in considerazione altro materiale, un editore molto gentile mi ha risposto che avrebbe letto il mio manoscritto, come d’abitudine faceva con tutto quanto gli veniva spedito, pur occupandosi di argomenti di nicchia decisamente incompatibili con il mio romanzo, qualcuno mi richiedeva il file in formato compatibile e una casa editrice si è premurata di farmi sapere che pubblicava solo materiale gay e lesbo. Insomma, le risposte arrivavano.
Poi una sera, ecco, una di quelle sere in cui nulla va bene, in cui litigate con voi stessi prima che con gli altri, una di quelle seratacce che capitano, avvilita dai miei malumori, sposto il mouse del pc sul quale ero praticamente accasciata e questo si rianima, mostrandomi la finestra internet della mia posta elettronica e un nuovo messaggio inatteso: siamo interessati al suo lavoro! Vogliamo pubblicare il suo romanzo!
La mail proveniva da altromondoeditore.
Successivamente ho avuto altre due richieste di collaborazione, ma alla fine delle mie valutazioni, confrontando i vari contratti che mi erano stati inviati, ho scelto altromondo. Un po’ per il tempismo di quella mail, interpretato come un segnale , un messaggio indecifrabile dalla razionalità ma comunque provvidenziale, un po’ perché, anche informandomi in rete, questo altro mondo mi ispirava fiducia. All’interno di un forum di aspiranti scrittori (ho perso l'indirizzo, appena lo ritrovo inserisco il link) si parlava di altro mondo, e venivano espresse un po’ di perplessità sulle condizioni commerciali proposte. L’editore ha risposto sul forum chiarendo ogni punto contestato, e con argomentazioni condivisibili. Insomma, il mercato editoriale attualmente è piuttosto stagno, certo i grandi nomi pubblicano, ma per gli sconosciuti, quali sono le prospettive? Spesso il rischio è di finire coinvolti in case editrice fantasma, che si fanno pagare per realizzare pubblicazioni di pessima qualità e senza curarne minimamente la promozione e la vendita, e per quanto io stessa, con l’invio del mio manoscritto avessi precisato che non ero disposta a pagare per vedermi pubblicare, ho dovuto considerare comunque valida la proposta che mi veniva fatta e constatare che il contributo è la prassi. Altrimenti, davvero nessuno investirebbe più nomi sconosciuti.
Ho deciso, infine, di comprarmi il mio sogno, e di pubblicare il mio romanzo. Perché convivere per il resto della mia vita con il rimpianto di non averci mai provato sarebbe stato un prezzo più alto di quello sostenuto economicamente.
Ma torniamo ad altromondo. Per il momento non voglio entrare nel dettaglio delle condizioni praticate a me, ma posso dire che la casa editrice ha studiato diversi modi di collaborazione per venire incontro alle esigenze di tutti. Oltre ad una pubblicazione standard, per il quale è previsto un contributo da parte dell’autore e che include l’editing, è prevista anche una forma di vendita innovativa, ossia la prevendita. A fronte di un contributo economico più esiguo, il libro viene posto in prevendita e pubblicato al raggiungimento di un certo numero di copie. Non ho sperimentato la prevendita, e mi auguro che qualcuno che l’abbia vissuta vorrà lasciarmi un commento (preferibilmente prima della richiesta di acquisto del proprio libro…) ma credo che sia comunque apprezzabile il tentativo di elasticizzare un mercato molto tradizionale, fatto di rapporti complessi con le librerie che pretendono i libri in conto vendita (salvo che per le major…) e costringono autori ed editori a fronteggiare difficoltà di distribuzione e capillarità di vendita sul territorio. Altromondo vende prevalentemente online, ma mi è stato chiesto anche un elenco di librerie della zona, certo il sogno di ogni scrittore, o presunto tale, è di trovare la copia del proprio libro in una libreria qualsiasi, e magari di essere anche riconosciuto, ma ora non esageriamo, sogniamo a rate, e la prossima rata prevede la mia pubblicazione.
Anche voi da grandi volete fare gli scrittori? Bene, allora questa iniziativa di altro mondo vi interesserà sicuramente. E’ un concorso che prevede la redazione di racconti realizzati con l’incipit scritto niente di meno che da Carlo Lucarelli. Mica facile stare dietro ad uno così…..
C'è tempo fino al 31 maggio per partecipare!
Se parteciperò anche io, non lo so, pure tu, Carlo Lucarelli, se mi leggi, bravo sei bravo e anche l’incipit lo dimostra, ma per quanto la mia fantasia sia grande e pericolosa, come faccio a intrufolarmi in una realtà militare di cui non conosco il linguaggio, le abitudini e le usanze? Certo potrei sempre continuare dicendo “ella si svegliò di soprassalto stordita per lo strano sogno” e accartocciare così il tuo bellissimo incipit, ma prova ad indossare tu un paio di tacchi alti tutto il giorno, e vedrai come ci si sente nei panni di qualcuno che proprio non ci appartiene. Io poi sono pure antimilitarista! O come al mio solito, sto cercando di ritardare le cose importanti della mia vita trovando anche scuse plausibili?????

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