martedì 6 dicembre 2011

L'artista delle pietre





Non chiamatelo solo muratore, Valter è molto di più di un comune operatore edile, Valter è un artista della pietra e del legno, i suoi lavori non sono mere esecuzioni materiali ma interpretazioni vive del dialogo tra la materia e la rielaborazione degli spazi nella ricerca dell’equilibrio tra impatto ambientale esteriore e concezione di fruibilità per gli interni.
Valter è uomo di montagna, lui la montagna la conosce bene, c’è nato e non se n’è mai allontanato, l’ha vissuta nella quotidianità di un giovane che cresce e osserva il paesaggio forgiando il suo stesso carattere assimilando l’aspetto generoso e ritroso al tempo stesso di una natura con cui non è sempre facile convivere , l’ha conosciuta nelle tensioni dello sport, ammirandola dall’alto di una cordata o dall’ancora più alto punto di vista di un deltaplano, l’ha amata nell’ammirazione contemplativa di chi torna a stupirsi della bellezza prodigiosa che meraviglia e commuove l’anima, ha imparato a temerla e a rispettarla, come ogni uomo che conosce i propri limiti e i pericoli che si possono insidiare nella maestosità e nella ferocia delle avversità.
E questa montagna la rielabora, ogni volta quando, osservando una vecchia casa, la riconcepisce per proiettarla nell’epoca delle comodità e dell’intimità domestica moderna pur mantenendone, ed enfatizzandone, quel carattere di unicità che solo le vecchie case di montagna hanno.
Valter ristruttura “solo”, non crea nuove abitazioni, lui rianima i ruderi dei vecchi cascinali e delle antiche abitazioni rurali, le osserva, le medita, ne intuisce l’essenza e ne ricerca l’anima restituendola a nuova vita. Il fascino dell’autenticità è un valore che profuma della legna che arde nei fornelli di cucina, ha i colori dei fiori di campo che d’estate crescono rigogliosi sulle rive e sui prati, la convivialità di un tavolo apparecchiato per attardarsi con gli ospiti, perchè l’incombere della notte avvolge le case e la gente in un tepore accogliente, donando finalmente, con il buio, la quiete del focolare e del riposo meritato.

La casa deve essere accogliente, un luogo intimo dove poter trovare spazio per le occupazioni principali, la cucina è il cuore pulsante della vita domestica, pratica e funzionale come la modernità impone ma anche raccolta e umana come le vecchie cucine di una volta. Gli spazi degli interni sono spesso impreziositi da dettagli architettonici, la materia si incrocia e il legno e la pietra s’incontrano, tra l’armonia delle forme e il contrasto dei colori e del calore.

Le travi di legno, come tutte le pietre utilizzate, sono prevalentemente materiale recuperato, quando il recupero non è possibile vengono comunque antichizzate, trattate e riverniciate in modo da non stonare con l’ambiente e potersi inserire nel contesto con razionalità e armonia.
Valter lavora prevalentemente da solo, collabora con l’architetto che firma il progetto ma lo costringe anche spesso ad apportare varianti in corso d’opera, il lavoro è mutevole, la casa a volte rivela la sua anima nel momento della distruzione, ed è rimuovendo le vecchie pietre e la terra schiacciata dal tempo che si intuisce l’unicità da perseguire, è osservando l’ultimo raggio di sole del tramonto, o il primo del mattino, o la vetta che si scorge dietro le chiome degli alberi, che si percepisce il panorama da cogliere e che sarà come un quadro appeso alle pareti, fonte di luce e di vita tra interno ed esterno. Chi si rivolge a lui, è perchè ha visto cosa è capace di fare, ed è quello che cerca. La bellezza delle forme antiche, la particolarità di un’idea geniale, l’unicità della pazienza di un uomo che fa parte di quella terra, e la racconta a modo suo, ammirandola e lusingandola ma anche rispettandola profondamente, mantenendo inalterato lo spirito del posto, perseguendo spazi che comunichino l’operosa quiete della gente che in montagna ci vive, magari per tutta la vita, più spesso per qualche settimana all’anno.

Valter Isoardi abita e lavora a Roccabruna, in provincia di Cuneo, dove solitamente lavora, salvo trasferte in Francia o in altre vallate per esigenze lavorative.

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